Quando si parla di sicurezza sul lavoro ci si riferisce all’insieme di valutazioni, misure, azioni, disposizioni e monitoraggi che è necessario porre in essere sul luogo di lavoro per tutelare la salute e l’integrità fisica e morale dei lavoratori. La sicurezza sul luogo di lavoro pone, infatti, le sue basi sulla tutela del diritto alla salute garantito dalla Costituzione. La Repubblica Italiana da sempre tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Ne consegue che ogni azienda deve sempre tutelare la salute di tutti i lavoratori e nessuna attività può svolgersi in modo da far venire meno principi fondamentali quali la sicurezza, la libertà e la dignità umana.
Ogni datore di lavoro deve pertanto obbligatoriamente adottare tutte le misure che sono necessarie a tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori aggiornando periodicamente la verifica dello stato dell’organizzazione del lavoro nella sua azienda. Il datore di lavoro è obbligato ad adottare le migliori misure di sicurezza che la tecnologia gli concede e non può giustificare la loro mancata adozione per motivi economici. La sicurezza sul luogo di lavoro, inoltre, non può avere nessuna interruzione temporale e deve essere sempre costante e presente in qualsiasi ambito.
Nel caso in cui il datore di lavoro non abbia le conoscenze tecniche per garantire la sicurezza sul posto di lavoro, questo deve necessariamente comportarsi in maniera diligente rivolgendosi a personale qualificato. Entra pertanto in gioco la definizione di prevenzione, ossia tutta quella serie di azioni e misure necessarie per evitare l’evento dannoso o comunque diminuire i rischi professionali. Il datore di lavoro, al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori, deve persino mirare a salvaguardare il lavoratore dalla sua stessa avventatezza, negligenza e disattenzione purché questa sia connessa all’attività lavorativa.
Cosa prevede il Decreto Legislativo 81/2008?
Il D.Lgs. 81/2008, conosciuto come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, stabilisce regole, procedure e misure di tutela del sistema di sicurezza aziendale. L’obiettivo è quello di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro ed evitare, o comunque ridurre al minimo, l’esposizione dei lavoratori a rischi legati all’attività lavorativa. Questo per evitare infortuni, incidenti e l’insorgere di una malattia professionale.
Quali sono le conseguenze penali in materia di sicurezza sul lavoro?
Il Codice Penale chiarisce quali sono i reati nel caso in cui si verifichino condotte che ledano l’integrità fisica dei lavoratori. Vediamoli di seguito:
Articolo 589. Omicidio colposo, per il quale è prevista un’aggravante se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. La pena è la reclusione da 2 a 7 anni.
Articolo 590. Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a 3 mesi o con la multa fino a € 309. Nel caso di una lesione personale grave la pena è della reclusione da 1 a 6 mesi o della multa da € 123 a € 619. Nel caso di lesione personale gravissima, la pena è della reclusione da 3 mesi a 2 anni o della multa da € 309 a € 1.239.
Articolo 437. L’omissione dolosa di cautele antinfortunistiche (impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro), ovvero la loro rimozione o il loro danneggiamento, è punita con la reclusione da 6 mesi a 5 anni. Se dal fatto deriva un disastro o un infortunio, la pena è della reclusione da 3 a 10 anni.
Articolo 451. L’omissione colposa di cautele antinfortunistiche (apparecchi o altri mezzi destinati all’estinzione di un incendio, o al salvataggio o al soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro), ovvero la loro rimozione o la loro inservibilità, è punita con la reclusione fino a 1 anno.